SIMON SANESE

 

Pittore

 

 

Felicissimi si possono dir gli artefici che, oltra l'eccellenza dell'arte loro, sono il piú delle volte accompagnati dalla natura di gentilezza e di bonissimi costumi. Ma piú felici ancora si possono chiamare quando, nascendo al tempo di qualche dotto o raro poeta, gli diventano amici, perché, oltra il dolce e virtuoso trattenimento della pratica loro, nel fargli un picciol ritratto od altra qualsivoglia cosa dell'arte, spesso poi ne ritraggono scritti del loro purgato et eterno inchiostro, in lode delle eccellenti pitture loro, le quali divengono eterne dove erano prima mortali. Laonde, fin che durano gli scritti loro, essi medesimamente in venerazione et in pregio si conservano. Perché le pitture, che sono in superficie et in campo di colore, non possono avere quella eternità che danno i getti di bronzo e le cose di marmo allo scultore. Le quali, ancora che tacciano, recano per la loro eccellenza e maraviglia e stupore ad ogni persona intelligente in tale arte. Fu adunche quella di Simone grandissima ventura, oltra la sua virtú, venire al tempo di Messer Francesco Petrarca, et abbattersi in Avignone alla corte, dove trovò questo amorosissimo poeta desideroso di avere la imagine di madonna Laura ritratta con bella grazia dalle dotte mani di maestro Simone. Perché, avendola poi come desiderava, ne fece memoria ne' due sonetti, l'uno de i quali comincia: |

 

172

Per mirar Policleto a prova fiso

Con gli altri che ebber fama di quell'arte,

 

e l'altro:

 

Quando giunse a Simon l'alto concetto

Ch'a mio nome gli pose in man lo stile.

 

173

Et invero questi sonetti hanno dato piú fama alla povera vita di maestro Simone che quanti pagamenti gli furono mai fatti per le sue opere e per le sue virtú, perché questi si consumano tosto, e quella, mentre gli scritti vivono, vive anch'ella con esso loro. Era maestro Simon Memmi sanese singulare maestro e bonissimo dipintore e molto stimato da i prelati in quel tempo. E questo nacque perché, dopo la morte di Giotto maestro suo, avendolo seguito a Roma quando dipinse la nave del musaico e l'altre sue cose, Simone, contrafacendo la maniera di Giotto, fece una Vergine Maria nel portico di San Pietro, et un San Pietro e San Paulo in quel luogo, vicino dov'è la pina di bronzo, in un muro fra gli archi del portico da la banda di fuori, e vi ritrasse un sagrestano di San Pietro che accende alcune lampade a dette sue figure. La quale opera fu del continuo tenuta molto bella da i cortigiani e da chi conobbe Simone. Ora stando la corte in Avignone per li comodi e per le voglie di papa Giovanni XXII, Simone fu fatto venire in quel luogo con grandissima instanza, dove lavorando molte pitture in fresco et in tavola, ne riportò lode infinita insieme con grandissima utilità. E ritornato in Siena sua patria, vi fu molto stimato, nascendo questo primieramente da l'eccellenti opere sue, e dal favore che aveva ricevuto appresso tanti signori nella corte del papa. Onde, dalla Signoria di Siena, gli fu dato a dipignere nel palazzo loro, in una sala, una Vergi|ne Maria con molte figure attorno, la quale, finita che fu, venne in grandissimo nome fra gli artefici di quella città. Et avendola lavorata in fresco, volse ancora mostrare a' Sanesi ch'egli era valentissimo maestro nella tempera. E perciò, dipignendo una tavola in detto palazzo, fu cagione di avere a fare nel duomo di Siena due bellissime tavole, e sopra la porta dell'opera del duomo una Nostra Donna co 'l Fanciullo in collo, in attitudine garbatissima e bella, dove è uno stendardo sostenuto in aria da alcuni angeli che volano e guardano allo 'ngiú certi santi, i quali intorno alla Nostra Donna fanno bellissimo componimento et ornamento grande.

 

 

 

174

Costui fu condotto dal generale di Santo Agostino in Fiorenza dove, lavorando il capitolo di Santo Spirito, mostrò invenzione e giudicio mirabile nelle figure e ne i cavalli fatti da lui, come in quel luogo ne fa fede la istoria della Passion di Cristo, nella quale si veggono ingegnosamente tutte le cose lavorate da lui esser lavorate con discrezione e con bellissima grazia. Veggonsi i ladroni in croce rendere il fiato, e l'anima del buono esser portata in cielo con allegrezza da gli angeli, e l'altra con alcuni diavoli con l'ali irsene tutta rabuffata a la ingiú, a 'l tormento dell'inferno. E si può dire che bellissima avvertenza mostrasse Simone in questa opera, figurando il pianto de gli angeli intorno al Crocifisso, il quale espresse con attitudini amarissime. Ma non è cosa che dia maggior contentezza che 'l vedere quegli spiriti che fendono l'aria con le spalle visibilissimamente, e quasi girando sostengono il moto del volar loro. Ma farebbono molto maggior fede de la eccellenza di Simone, se il tempo non avesse tolto via la bontà di questa opera, veramente lodatissima e bella. Costui lavorò tre facciate nel capitolo di Santa Maria No|vella. Nella prima, che è sopra la porta donde vi si entra, fece la vita di San Domenico, et in quella che segue verso la chiesa, figurò la Religione di San Domenico pure combattente contra gli eretici, figurati per lupi che assalgono le pecore, ma da molti cani pezzati di bianco e di nero, sono ributtati, cacciati e morti. Fecevi ancora certi eretici i quali convinti nelle dispute stracciano i libri e pentiti si confessano, e cosí passano le anime a la porta del Paradiso, nel quale sono molte figurine che fanno diverse cose. In cielo si vede la gloria de' santi et Iesú Cristo, e nel mondo qua giú rimangono i piaceri e' diletti vani in figure che seggono, e massime donne. Tra le quali è madonna Laura del Petrarca, vestita di verde, con una piccola fiammetta di fuoco tra il petto e la gola, et è ritratta di naturale. Èvvi ancora la chiesa di Cristo et, a la guardia di quella, il papa, lo imperadore, i re, i cardinali, i vescovi e tutti i principi cristiani; e tra essi, a canto ad un cavaliere di Rodi, messer Francesco Petrarca, ritratto pure di naturale. Il che fece Simone per rinfrescare nelle opere sue la fama di chi lo aveva fatto immortale. Per la Chiesa Universale fece la chiesa di Santa Maria del Fiore di Firenze, non come ella sta oggi, ma come secondo il disegno suo egli arebbe voluto farla. Nella terza facciata, che è quella dello altare, fece la Passione di Cristo che esce di Ierusalem, e con la croce su la spalla se ne va al monte Calvario, e con esso un popolo grandissimo che lo accompagna. Appresso, lo essere levato in croce nel mezzo de' ladroni, con tutte le altre appartenenze di questa istoria. Nella quale sono cavalli e diverse cose molto considerate per la invenzione. Èvvi ancora lo spogliare il Limbo de' Santi Padri, con advertimenti non da maestro di quella età, ma da moderno e consi|derato. Con ciò sia che pigliando tutte le facce con diligentissima osservazione fa in ciascuna di quelle diverse istorie su per un monte e non divide con ornamenti tra storia e storia, come hanno usato di fare i vecchi, e con essi molti moderni, che fanno la terra sopra l'aria quattro o cinque volte, come è la cappella maggiore di questa medesima chiesa et il Campo Santo di Pisa.

 

 

 

176

Lavorò con Simone in questa opera Lippo Memmi suo fratello, il quale, se ben non era in questa arte quale fu lo eccellente Simone, seguitò nondimeno quanto piú poté la maniera del fratello, e tenendogli compagnia, fecero molte cose a fresco in Santa Croce in Fiorenza, et in Pisa a' frati predicatori di Santa Caterina la tavola dello altar maggiore, et in San Paulo a Ripa d'Arno in fresco figure e storie bellissime. Et a Siena tornati, cominciò Simone una opera colorita grandissima sopra il portone di Camollia, dentrovi la Coronazione di Nostra Donna con infinite figure, la quale, sopravenendogli una grandissima infirmità, rimase imperfetta, et egli, vinto dalla gravezza di quella, passò di questa vita l'anno MCCCXLV, con grandissimo dolore di tutta la sua città, e da Lippo suo fratello gli fu data onorata sepoltura in San Francesco di Siena. Costui diede col tempo fine a parte dell'opere che Simone aveva lasciate imperfette, et in Santa Croce di Fiorenza dipinse due tavole et altre in buon numero per tutta Italia. Visse costui XII anni dopo la morte del fratello. E l'epitaffio di Simone fu questo:

 

 

SIMONI MEMMIO PICTORVM OMNIVM OMNIS AETATIS CELEBERRIMO. VIXIT ANNOS LX MENSES II DIES III. |

 

 

 

Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, e ...
titlepage.xhtml
cover.htm
LE VITE1_split_000.htm
LE VITE1_split_001.htm
LE VITE1_split_002.htm
LE VITE1_split_003.htm
LE VITE1_split_004.htm
LE VITE1_split_005.htm
LE VITE1_split_006.htm
LE VITE1_split_007.htm
LE VITE1_split_008.htm
LE VITE1_split_009.htm
LE VITE1_split_010.htm
LE VITE1_split_011.htm
LE VITE1_split_012.htm
LE VITE1_split_013.htm
LE VITE1_split_014.htm
LE VITE1_split_015.htm
LE VITE1_split_016.htm
LE VITE1_split_017.htm
LE VITE1_split_018.htm
LE VITE1_split_019.htm
LE VITE1_split_020.htm
LE VITE1_split_021.htm
LE VITE1_split_022.htm
LE VITE1_split_023.htm
LE VITE1_split_024.htm
LE VITE1_split_025.htm
LE VITE1_split_026.htm
LE VITE1_split_027.htm
LE VITE1_split_028.htm
LE VITE1_split_029.htm
LE VITE1_split_030.htm
LE VITE1_split_031.htm
LE VITE1_split_032.htm
LE VITE1_split_033.htm
LE VITE1_split_034.htm
LE VITE1_split_035.htm
LE VITE1_split_036.htm
LE VITE1_split_037.htm
LE VITE1_split_038.htm
LE VITE1_split_039.htm
LE VITE1_split_040.htm
LE VITE1_split_041.htm
LE VITE1_split_042.htm
LE VITE1_split_043.htm
LE VITE1_split_044.htm
LE VITE1_split_045.htm
LE VITE1_split_046.htm
LE VITE1_split_047.htm
LE VITE1_split_048.htm
LE VITE1_split_049.htm
LE VITE1_split_050.htm
LE VITE1_split_051.htm
LE VITE1_split_052.htm
LE VITE1_split_053.htm
LE VITE1_split_054.htm
LE VITE1_split_055.htm
LE VITE1_split_056.htm
LE VITE1_split_057.htm
LE VITE1_split_058.htm
LE VITE1_split_059.htm
LE VITE1_split_060.htm
LE VITE1_split_061.htm
LE VITE1_split_062.htm
LE VITE1_split_063.htm
LE VITE1_split_064.htm
LE VITE1_split_065.htm
LE VITE1_split_066.htm
LE VITE1_split_067.htm
LE VITE1_split_068.htm
LE VITE1_split_069.htm
LE VITE1_split_070.htm
LE VITE1_split_071.htm
LE VITE1_split_072.htm
LE VITE1_split_073.htm
LE VITE1_split_074.htm
LE VITE1_split_075.htm
LE VITE1_split_076.htm
LE VITE1_split_077.htm
LE VITE1_split_078.htm
LE VITE1_split_079.htm
LE VITE1_split_080.htm
LE VITE1_split_081.htm
LE VITE1_split_082.htm
LE VITE1_split_083.htm
LE VITE1_split_084.htm
LE VITE1_split_085.htm
LE VITE1_split_086.htm
LE VITE1_split_087.htm
LE VITE1_split_088.htm
LE VITE1_split_089.htm
LE VITE1_split_090.htm
LE VITE1_split_091.htm
LE VITE1_split_092.htm
LE VITE1_split_093.htm
LE VITE1_split_094.htm
LE VITE1_split_095.htm
LE VITE1_split_096.htm
LE VITE1_split_097.htm
LE VITE1_split_098.htm
LE VITE1_split_099.htm
LE VITE1_split_100.htm
LE VITE1_split_101.htm
LE VITE1_split_102.htm
LE VITE1_split_103.htm
LE VITE1_split_104.htm
LE VITE1_split_105.htm
LE VITE1_split_106.htm
LE VITE1_split_107.htm
LE VITE1_split_108.htm
LE VITE1_split_109.htm
LE VITE1_split_110.htm
LE VITE1_split_111.htm
LE VITE1_split_112.htm
LE VITE1_split_113.htm
LE VITE1_split_114.htm
LE VITE1_split_115.htm
LE VITE1_split_116.htm
LE VITE1_split_117.htm
LE VITE1_split_118.htm
LE VITE1_split_119.htm
LE VITE1_split_120.htm
LE VITE1_split_121.htm
LE VITE1_split_122.htm
LE VITE1_split_123.htm
LE VITE1_split_124.htm
LE VITE1_split_125.htm
LE VITE1_split_126.htm
LE VITE1_split_127.htm
LE VITE1_split_128.htm
LE VITE1_split_129.htm
LE VITE1_split_130.htm
LE VITE1_split_131.htm
LE VITE1_split_132.htm
LE VITE1_split_133.htm
LE VITE1_split_134.htm
LE VITE1_split_135.htm
LE VITE1_split_136.htm
LE VITE1_split_137.htm
LE VITE1_split_138.htm
LE VITE1_split_139.htm
LE VITE1_split_140.htm
LE VITE1_split_141.htm
LE VITE1_split_142.htm
retro.htm